Un’eco riecheggia lungo i quattrocento chilometri che dividono Roma da Rimini. Il suono è leggero, sottile, quasi impercettibile. I più fortunati possono ascoltarlo nella notte, quando le strade si svuotano e le code infinite di macchine sono lontane.
Parla la Luna, sembra narrare nel pallido chiarore la storia di un uomo immortale. Il suo narrare è un lieve sussurro, la voce di una madre che accarezza la testa del figlio appena nato. Quanta vita vissuta nelle prime parole, quanta intima ricerca di equilibrio. Le strade si assottigliano, sprofondano con grazia l’una sotto l’altra; la Luna è ormai un faro accecante, schiarisce la voce e narra di getto:
“Sono presente da miliardi e miliardi di anni e guardo la Terra con occhi che nessuno potrebbe mai replicare. Mio fratello arde di un fuoco incontrastato nel buio universale di stelle intermittenti, io posso solo osservare. Non nascondo gli sbadigli, ho visto tanto, forse troppo. Ho ascoltato gli uomini parlare di me, agitarsi nel buio della notte, mentre cercavano risposte, o semplicemente se stessi. Molte volte ho chiuso le orecchie perché stanca di tante squallide parole, ma alla fine? Eccomi qui, sempre innamorata e conquistata dalle parole, dalla scrittura e dalla brillante ricerca del vero dell’essere umano, decisamente il mio preferito. Cerca la verità da secoli, sbaglia, commette errori pesanti, si illude di averla trovata, ma non molla mai ed ogni sera mi cerca tra le nuvole e le invisibili tendine aeriformi. Ho conosciuto tanti uomini brillanti, intraprendenti, saggi, di cui tutt’oggi sono ancora innamorata, ma oggi ne menziono uno, se lo merita. Sulla Terra un grande amico compie i suoi primi cento anni, un giovanotto per una signora così anziana, e anche se i suoi passi non calcano da tempo le strade e i paesaggi di questo grande pianeta, lo vedo ancora nella notte, cercando la mia voce, che tanto abilmente riprodusse in uno dei suoi ultimi capolavori. Questo è il tuo anno amico mio, quante chiacchierate alla ricerca di quell’intimo desiderio di conoscere, ascoltare, vedere persino ciò che appare come invisibile. Quante rivelazioni nei tuoi racconti così alti, puri, suggestivi. Li ascolto ancora con lo stesso stupore della prima volta, con lo stesso stupore nei tuoi occhi narranti. Sono passati, o meglio, sono volati cento anni, e a chi sulla Terra senta di chiedere chi era Fellini, io gli risponderò”.